Carezzare la gatta, le mie tempie
è malinconia regressa
lo stoppino di un lume perso
nell'umore di un carnevale
che s'accende cangiante in cartapesta;
scende dalla fiaccola
cola d'anima e gocciola nel vuoto
Vestiti, trucchi e coriandoli
bagnati nel ricordo delle botte
-e solo, forse
quel che sono- passa
come il timore
nel guardare quei colori
saturi del paesaggio lavico
dall'ocra al nero
sul percorso arso
da magma nello stomaco
Delusioni in fusione
si spengono di lacrime nella gola
e lasciano ricordi a salire alti
per sciogliersi in tramontana
evaporando al sole un giorno
nell'attesa notte, dalle guazze
dolci a lavare rughe e pensieri
chiusi tra foglie
così
come il vento a sognare
Nessun commento:
Posta un commento