mercoledì 9 febbraio 2011

Soledad: in ombra, silenziosa

Un aperitivo dalle sei, scalzo in riva al mare,
mentre l'aperto condiziona col suo colore:
dall'ocra al torpore della nuda anima serale
e la sfuggente notturna, da cercare con le mani,
nella carne salmastra, stremata da un freno tirato a lungo,
che allenta lasciando il profumo nel vento
scuro dei baci a mezzanotte.
Passa tra i tuoi capelli, anima, accarezza i pensieri,
dolce della malinconia e di tutte le assenze vissute e avvenire;
un istante sono Dio
tra le tua labbra, con le mie mani strette sul viso.

Violenta come tempesta di Luglio, vorrei sentirmi padre
e tu madre del figlio che mai nascerà, nel perpetuo increspare,
e tornare,

andare di onde sulla riva
asciugarsi di sabbia

appena bagnata
in silenzio, cercando una lingua
che sciolga la gola



e queste parole

tra parole che si fermano
fatte del suono di una piega
in ombra piccola, come l'amore


e senza attendere un nuovo sole
evaporano
o filtrano liquide in strade
in cerca di un cuore che sappiano dirle
di voce

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