Passavi al finestrino
lungo il viaggio degli emigranti, sorpresi
nel vederti così piena
dei colori che tessevi come fili
a segnarne il ritorno
Tra pianure libere
sotto l'azzurro e le scogliere
-fermate alle stazioni dai nomi nuovi
scritti su di un foglio a ricordare-
la fame non era dolore, ma anima
che attendeva di un sogno il fiorire
|Il fiato, quasi, si fermava
rimaneva nelle parole
che portavano il paesaggio
e nel tenere immobile lo sguardo
per farsi carezzare dal suo correre|
A te si stringevano le mani, magre
di amori pieni, di speranza
che lacrime seminavano sulle rotaie
da una casa lasciata per sempre
verso un futuro che non sarà mai: Stato
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