Camminava solo, a testa bassa
strusciando il passo sui sanpietrini
Si fermò, sedendo sul sagrato
gelido, sotto l'angelo d'oro
ossidato dallo sperare
Due monete, nelle mani incerte
sembravano incantare
la fragilità in carne e senza parole
Ne alzò una al cielo
come a guardare attraverso
per rivedere i colori
irreali, di quel demone creatore
Riprese il cammino lasciandosi lì
bambino
a fare compagnia all'abbandono
Non aveva più mani da tenere al mento
e così, al tempo, lasciò le parole
di cose amate e le voci
che nel vino dissero il vero:
delle puttane l'odore
e dei governi il nero
Il pianto alle finestre chiuse
le primavere e le ginestre
furono nel vento
che disse t'amo al primo uomo nudo
e lasciò le bandiere, stese come lenzuola
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