Oserei pure nelle cadute libere
differenziando intrusioni nel mondo tuo liquido
d'acqua senza le attese specchiate dei pellicani
in picchiata nel ventre di sesso a coglierti vita
Aprirei le mie dita in verticali affondi
senza uno schiaffo e inutili tonfi
ma silenziosamente dentro, accoglierei particelle
connessioni instabili sulle mie pelle, a domandarmi
della megattera il canto come sirena di abissi
e dalle stelle un lontano sapere chi sono
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